che esemplifica la struttura virtuale dei filesystems che il cluster utilizza. Naturalmente, come detto in precedenza il tutto é fatto per centralizzare su un computer unico, nel nostro caso il server, tutte le operazioni di creazione e manutenzione del filesystem.
Come si vede dallo schema
la directory /tftpboot raccoglie i vari filesystems dei nodi suddividendo in sotto directories i vari alberi per ogni macchina. Per consistenza e chiarezza le directories sono state chiamate con il nome dei clients del server NFS.
Replicare tante volte il filesystem per ogni nodo, implica che molti files siano ridondanti. Per ovviare a questo fatto si é deciso di operare trattando in modo diverso i files strattemente personali per ogni nodo, come i files di configurazione, rispetto ai files che possono essere resi comuni per tutti, si é deciso, in questo caso, di non replicare alcuni files ma di creare dei lisks hardware ad un unico template, in modo da risparmiare spazio utile. Si sono dovuti fare links hardware perché i links simbolici non potrebbero essere risolti dal sistema operativo dei vari nodi essendo gestiti dal filesystem del server. Per rendere piú omogeneo tutto il cluster dal punto di vista dell'utente si é deciso di condividere, per tutti i nodi, alcune parti del filesystem del server in cui viene installato il software o dove risiedono le home directories degli utenti. Un esempio di come si presenta virtualmente il filesystem di un nodo é rappresentato nella figura
.
Nella tabella
viene riportata nel dettaglio per ogni directory di sistema la politica adottata.